Il nostro amico Paolo, ci parla in questo periodo di probabilità, trattando di Elementi del calcolo delle probabilità.
Per "spezzare" un po', voglio proporre da un testo di Bruno Rosaia, la storia di
Vi sembrerà forse una strana domanda, ma un quesito di questo genere è proprio uno di quelli sui quali, da centinaia e centinaia di anni, scienziati e filosofi si interrogano, trovando risposte molteplici a seconda delle epoche e dei punti di vista.
Cerchiamo di capire, con un esempio.
"Perché, lasciando cadere questa moneta, essa è atterrata proprio con la "testa" rivolta verso l'alto?"
Sappiamo che: i casi possibili sono due, hanno la stessa probabilità ed è uscita la faccia "testa" "per puro caso".
Ma sentite come si esprimeva il filosofo D'Holbach, nel 1770:
"Quello che chiamiamo caso sono eventi le cui cause ci sono sconosciute e che non siamo in grado di indovinare per via della mancanza di conoscenza e di esperienza pratica... Ma la natura non è una causa cieca: non agisce per caso. Tutto ciò che essa produce non apparirebbe fortuito a chi conoscesse i modi in cui essa agisce, le sue possibilità, le strade che essa intraprende. Tutto quello che la natura produce è necessario, ed è una conseguenza delle sue leggi costanti e immutabili".
Possiamo concludere brevemente che, secondo questo punto vista, il caso non esiste.
Con il progredire delle scienze, e in particolare della matematica, questa idea di Natura completamente "prevedibile" è entrata in crisi; ecco come si esprime al riguardo Henri Poincaré, alla fine del XIX secolo:
"Se conoscessimo con esattezza le leggi della natura e lo stato dell'Universo all'istante iniziale, potremmo prevedere quale sarà lo stato di questo stesso Universo all'istante successivo. Ma quand'anche le leggi naturali non avessero per noi più segreti, potremmo conoscere lo stato iniziale soltanto approssimativamente... (inoltre) piccole differenze nelle condizioni iniziali possono generare differenze grandissime nei fenomeni finali (così che) la previsione diventa impossibile; siamo di fronte al fenomeno fortuito".
Secondo questo punto di vista qualunque conoscenza della realtà è comunque approssimata, e non è possibile eliminare la presenza del Caso.
Il dibattito scientifico e filosofico sull'argomento è ancora aperto. Quello che può comunque affermarsi con certezza è che, malgrado il progresso delle conoscenze umane, la piena prevedibilità dei fenomeni naturali è ben lungi dall'essere raggiunta.
Le regole del gioco
Ogni gioco ha le sue regole: pensate ad esempio agli scacchi, oppure al calcio. Le regole prescrivono come ci si deve comportare nelle diverse situazioni, ma nonostante questo, nel momento del gioco il Caso si presenta di nuovo e ci consente di fare previsioni soltanto in forma di calcoli dì probabilità: se muovo il pedone in un certo modo, allora potrebbe accadere che..., se passo la palla a quel compagno, potrebbe succedere che.., e il nostro comportamento di gioco consiste nel mettere in atto le strategie più convenienti, cercando di padroneggiare il caso, misterioso e inconoscibile.
Il desiderio di sfidare il caso è vecchio come l'uomo. Gli antichi Greci e i Romani, ad esempio, giocavano a un gioco simile ai dadi, utilizzando gli astragali (Figura), ossicini della zampa del montone.
Gli astragali venivano lanciati in terra e in base alle "facce" rivolte verso l'alto era possibile "leggere" un risultato.
Sappiamo, che ad ognuna delle 4 "facce" era attribuito un punteggio: 1 (Monas), 3 (Trias), 4 (Tetras), 6 (Hexas) e che i lati contrapposti davano come totale 7, proprio come avviene con i tradizionali dadi cubici. Ogni lato aveva anche un nome così come le varie combinazioni ottenibili lanciando tre o quattro astragali....
Ancora oggi i giochi d'azzardo attirano le folle.
Possiamo concludere che il "caso" è uno degli argomenti al centro del ragionamento scientifico e filosofico, ma anche al centro della quotidiana esperienza di vita di tutti noi, e il continuo progresso delle conoscenze umane non è ancora riuscito a domare completamente questo strano personaggio.
Certo che tu e il professore avete scelto proprio la domenica per trattare di temi non da poco. Mi chiedo, allora, se ciò sia casuale oppure determinato da una necessaria causalità.
RispondiEliminaoddio Mauri',
RispondiEliminaanche tuuuu :-):-)
stavo per rispondere dal prof, mi hanno distratto su msn...
ma...con un gran "mal di testa" da antinomie!!!
ora vado a provare a scrivere qualche scemenza! :-)
Scrivi pure scemenze,va bene lo stesso...
RispondiEliminaBuon inizio settimana prof professionale.
Permetti un bacione?
Variabilita'
RispondiEliminavelocemento tiro
nessun dado
razionale logica
doppia probabibilita'
vale
Mi ricordo che mi colpì molto, sono ormai passati parecchi anni, "Il caso e la necessità" di Jacques Monod.
RispondiElimina@Stella: grazie.
RispondiEliminaaltrettanto a te.
bacioni, e come no? :-)
@Pier LUigi: beeeellla!
grazie!
@Alberto: grazie per la segnalazione, non lo conosco. Di sicuro interessante....
Gio' carissima, dopo un paio di mesi di assenza non smetti di stupirmi!
RispondiEliminaNavigare nel tuo sito è per me un corso di aggiornamento continuo !!!
Grazie prof!
un forte abbraccio e buon anno scolastico a te ed ai tuoi carissimi alunni
Luciana,
RispondiEliminasono felice di ritrovarti,
ho appena risposto alla tua mail.
Ho scordato di dirti di scorrere la home fino a trovare il post di lunedì 1 settembre 2008,
Blog Day! :-) :-)
Buon anno scolastico anche a te e i tuoi piccini!
Ciao Giovanna,buona giornata!
RispondiEliminaBuona giornata a te, Ste',
RispondiEliminati rispondo veloce da scuola, faccio l'orarioo...!
Il caso: strano personaggio davvero! ci segue nella vita di tutti i giorni.
RispondiEliminaè un caso che sia approdata qui ,non so come!
però mi fa piacere che ci sia capitata!
leggo tante di quelle cose sulla matematica che proprio non ci facevo caso... scherzo
ciao un saluto
notte
Ciao Elisa,
RispondiEliminail Caso che ci fa fare certi incontri è magico!
Sono felice anch'io di questa casualità! :-)
ragazzi ho un piccolo problemino che non riesco proprio a risolvere e forse voi mi potreste dare una mano. ora vi spiego: di un triangolo isoscele conosco solo il perimetro=64 e l'altezza relativa ad un lato e i 6/5 di quella relativa alla base.devo determinare le misure dei lati.ho provato anche a considerare in x le misure dei lati, con erone.aiutatemi vi prego
RispondiEliminagrazie
Carissimo anonimo,
RispondiEliminami dispiace un po' che tu non abbia letto le indicazioni per postare i commenti! :-)
Posso perdonarti, e dunque anche aiutarti, a patto che tu ci dica almeno il tuo nome, che classe frequenti, se sei alle prese con i compiti per vacanze o se hai già cominciato con la scuola ... :-)
ti aspetto e ti aiuto volentieri!