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sabato 3 luglio 2010

Lo zufolo di Archimede

o ...

Come misurare l’area di un cerchio?

Ragazzi, qui abbiamo a che fare ancora con ... l’infinitoIMAGE0002

Archimede di Siracusa fu il primo a spiegare come calcolare l’area di un cerchio quando si conosca la lunghezza della circonferenza che lo delimita.

 

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Osservate le immagini: sono le prime due tappe del suo ragionamento.

Anonimo

Anonimo2

Spiegazioni e conclusioni nel breve video. Immagini realizzate con Geogebra 

L’area del cerchio vale dunque esattamente $π * r^2$

Da

Addomesticare l’infinito A. Deledicq – F. Casiro - Edizioni Kangourou Italia

Sul testo è riportata anche la traduzione letterale completa del ragionamento di Archimede come si può trovare in greco nell’edizione delle opere di Archimede.

QUI la spiegazione in inglese.

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venerdì 16 aprile 2010

La via dell’infinito

 Ragazzi,

lo incontriamo ... sempre più frequentemente direi: IMAGE0001

E ricordate una costruzione simile alle seguenti, nel corso di un’attività su geogebra?

circonf_Infinito

E ancora:image image image image image

Riconosciuta l’esperienza della tavoletta, “riportata su geogebra? I due casi “limite”: dal triangolo degenere al... vertice che si allontana indefinitamente dalla base.

E, immaginando di dividere una torta per un numero di persone sempre più grande, sempre più grande... : un altro caso “limite”!

E l’insieme N, infinito, che contiene i Pari e i Dispari, infiniti ... ?

E L’hotel straordinario poi? E, Il folle inquinatore?

Insomma, stiamo parlando de ... l’infinito!

Ah, magica, affascinante matematica dell’infinito!

"Da tempo immemorabile l'infinito ha suscitato le passioni umane più di ogni altra questione. E' difficile trovare un'idea che abbia stimolato la mente in modo altrettanto fruttuoso, tuttavia nessun altro concetto ha più bisogno di chiarificazione" (D. Hilbert).

Ora leggiamoci quest’altra storia. Lo abbiamo detto: i Pari e N ... :

La via dell’infinito

La grande città di Nova Atene è attraversata da una strada molto lunga, talmente lunga che nessuno è mai riuscito a raggiungere l’ultima casa.

Un viaggiatore, quando arriva con il treno, scopre, uscendo dalla stazione, l’inizio di questa via: le case sulla destra sono numerate con i numeri pari 2, 4, 6, 8, 10, ... e quelle sulla sinistra con i numeri dispari 1, 3, 5, 7, 9,  ... (come in ogni strada che si rispetti!).

IMAGE0002

Non vi è alcuna casa con il numero 0 e neppure vi sono case con i numeri "bis": dunque è facile trovare una casa di cui si conosca il numero civico.

Interessiamoci per esempio ai numeri pari. Ogni volta che conosciamo il numero civico di una abitazione (24 per esempio), possiamo dire qual è la sua posizione nella strada: è la 12_esima casa a destra. Infatti la casa numero 2 è la prima, la casa numero 4 la seconda, la casa numero 6 la terza e cosi di seguito. 

Invece se conosciamo la posizione di una casa (la 37 ª del lato pari, per esempio), siamo capaci di dire il suo numero (avrà il numero 74).

Possiamo dunque molto semplicemente mettere in corrispondenza il numero di una casa sul lato destro con la sua posizione e viceversa: i matematici dicono che vi è una corrispondenza biunivoca, dicono pure una "biiezione", tra l’insieme dei numeri pari e l’insieme delle possibili posizioni. 

IMAGE0001

Sembrerebbe una cosa da nulla ma questa corrispondenza fra i numeri pari e la posizione di una casa ha qualche cosa di vertiginoso. Infatti, quando abbiamo una corrispondenza oggetto a oggetto, tra due insiemi, si ha ragione di ritenere che questi insiemi abbiano lo stesso numero di elementi, che l’uno sia tanto "numeroso" quanto l’altro. 

CI SAREBBERO DUNQUE TANTI NUMERI PARI QUANTI SONO I NUMERI INTERI? 

E tuttavia, se immaginassimo che ci sono "tante" case da un lato "quante" dall’altro saremmo portati a pensare che i numeri pari sono "la metà" di tutti i numeri interi. C’è qualche cosa di strano in tutto ciò!

Infatti i numeri pari rappresentano solo una "parte" dei numeri interi; e una parte senza alcun dubbio "più piccola". Siamo abbastanza convinti infatti che il tutto sia "più grande" di una parte (più "grande", dunque più "numeroso" nel nostro caso dove si possono contare gli elementi uno a uno). Diciamo qualcosa di falso?

IMAGE0003  

... La soluzione sta proprio nella corrispondenza biunivoca, nella biiezione, lo strumento principalmente usato da Georg Cantor (1845-1918), matematico tedesco, per contare l’infinito!

Continueremo a leggere altri esempi in

Addomesticare l’infinito A. Deledicq – F. Casiro - Edizioni Kangourou Italia

da cui sono tratte ancora, storia e immagini (escluse quelle dei nostri lavori su geogebra).

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sabato 3 aprile 2010

Il folle inquinatore

(Una presentazione moderna e teatrale dell’insieme ternario di Cantor)

Ragazzi,

La storia che stiamo per raccontare ...

è una curiosa storia che vi divertirà anche se, molto probabilmente, non capirete proprio bene bene alcuni passi.

Nessun problema. Vi incoraggio anticipandovi, con filosofia, la conclusione stessa della storia: “Comprenderai quando sarai grande, rispose Paolo (con filosofia), quando gli ostacoli dei tuoi studi, tessuti dalle tue magre conoscenze, si saranno dissolti nella fiducia che ti arriverà dalla frequentazione di discorsi talvolta sorprendenti, ma mai contradditori.

Intanto voi sapete che si può contare su basi diverse da 10 ... e poi avete letto

Le forme della natura e … ancora Frattali.

Dunque:

La storia che stiamo per raccontare ... è una storia lamentevole. Il suo eroe, Giorgio, è uno sventurato irresponsabile marchiato dal suo infame cognome: Lamacchia. Questo essere è pericoloso; ogni volta che vede un segmento pulito, egli ne sporca il terzo centrale. E’ più forte di lui, osservatelo sul segmento [0, 1]: il terzo centrale che ha sporcato ha lunghezza 1/3.

IMAGE0001  Restano  due terzi puliti, direte voi. Ma Lamacchia li ha visti anche lui e eccolo che macchia anche i loro terzi centrali (ciascuno di lunghezza 1/9).

IMAGE0003 Poi si precipita su ognuno dei quattro pezzi restanti (ciascuno di lunghezza 1/27) e versa i suoi miasmi più nauseanti nel bel mezzo della loro lunghezza.

E continua così indefinitamente. Quando si fermerà?

La madre di Lamacchia, Sabina, è assolutamente sgomenta e si dispera agitando le braccia come pale di un mulino:

– Accidenti! niente resterà pulito con questo individuo…

IMAGE0002

Suo fratello, il piccolo Davide, che ci tiene a verificare matematicamente ogni cosa, prende la sua calcolatrice e si mette a calcolare freneticamente. Calcola l’estensione dei disastri, cioè…

$\frac{ 1 }{3 }\,+\, \frac{ 2 }{9 }\,+\, \frac{ 4 }{ 27} \,+\,...\,=\, \frac{ 1 }{ 3} \,(1\,+\, \frac{ 2 }{ 3} \,+\, \frac{ 4 }{ 9} \,+\,...\,)$ 

- Perbacco! , disse, non è altro che la “somma”, a partire da 1, degli infiniti termini di una progressione geometrica di ragione 2/3, ciascuno moltiplicato per 1/3. Bisogna che consulti mio zio.

Lo  zio che ha letto

Costruzione delle potenze di 1/2 [:-)]

gli ricorda che, se a è un numero  compreso tra 0 e 1, allora la somma

$1\,+\,a\,+ \,a^2+\,a^3+\,...\,+a^n+\,...$  vale 1/(1 – a).

- Allora 1/( 1 – ( 2/3)), vale 3/( 3-2) = 3, esattamente 3. Ed 1/3 di 3 fa 1. Catastrofe! La parte sporcata misura 1.

Il  segmento [0,1] tutto intero è sporcato.

Le grida della madre di Giorgio Lamacchia si sentono appena:

- Questo segmento che avevo passato delle ore a pulire, Giorgio, mio figlio, l’ha sporcato completamente. è spaventoso! Che cosa dirà tuo padre?

Il padre Paolo arrivò allora dal lavoro.

Quando vide sua moglie in lacrime e quando lei gli mostrò il segmento che appariva tutto nero ai suoi occhi smarriti, ebbe subito un moto di collera.

Poi osservò più da vicino e si mise a contare sulle dita sorridendo sempre più frequentemente. Per comprendere questa storia bisogna subito dire che, lavorando in una segheria non equipaggiata da sistemi di sicurezza, non gli restavano che tre dita in tutto sulle due mani, motivo per il quale aveva preso l’abitudine di contare in base tre.

IMAGE0004

- Osserva, disse a sua moglie, quali sono esattamente i punti macchiati e come si presenta la scrittura delle loro ascisse in base tre?

-Tu credi di trovare una soluzione, Paolo? domandò lei vedendo apparire sul suo volto un barlume di speranza.

- Certamente, è come la scrittura decimale, ma invece di dividere in dieci parti il segmento per ottenere la prima cifra dello sviluppo decimale (tra 0 e 9), lo si divide in tre parti per avere una cifra da 0 a 2.

Esempi: IMAGE0005

- Vedi, disse l’invalido con solo tre dita, i punti macchiati da Giorgio sono quelli che, in qualche momento della divisione in tre, si trovano in mezzo; sono dunque quelli che, in qualche posizione della loro scrittura in base tre, presentano una cifra “1”.

- Allora, si rallegrò Sabina, tutti i numeri la cui scrittura in base 3 contiene solo degli 0 e dei 2 sono ascisse di punti non macchiati. 0,02020202… per esempio,

e 0,200200200200… anche, e molti altri. Ve ne sono moltissimi, Dio sia lodato!

- Ve ne sono infatti molti più di quanti tu creda, replicò suo marito, un po’ infastidito per il riferimento religioso. E te lo mostrerò con una operazione dolorosa ma efficace. Dammi quel coltello! 

- Ma Paolo che cosa vuoi fare?

- Immagina che io scriva tutte le ascisse non macchiate. Ho bisogno solo di due dita (quello che indica 0 e quello indica 2). Siamo tutti d’accordo!

Con un gesto rabbioso e un po’ irresponsabile si taglia una delle tre dita che gli restano e la getta nella pattumiera.IMAGE0006

- E ora, disse, posso contare solo in base due. Ma questo non mi impedisce di poter scrivere tutti i numeri del segmento (basta che io divida per due, invece che per dieci o per tre).

E ogni volta che scrivo un numero con le mie due dita, tu puoi riconoscervi l’ascissa di due punti secondo il modo in cui interpreti la scrittura:

1) se pensi che si tratti di una scrittura in base due, otterrai tutti i punti del segmento;

2) se pensi che si tratti di una scrittura in base tre, otterrai tutti i punti non macchiati da tuo figlio.

Vedi che l’insieme dei punti non macchiati ha la potenza dell’insieme dei punti del segmento? Concludendo, è come se tuo figlio non avesse fatto nulla. Abbracciami, Sabina!

La povera donna guardò il segmento e lo vide allora tutto bianco, con gli occhi della fede in Cantor.

Si domandò se non stesse sognando ma suo marito aveva l’aria talmente sicura di se che preferì chiudere gli occhi e carezzare la testa di Giorgio che si soffiava il naso nella sua veste.

Il piccolo Davide restò tuttavia pensieroso e interrogò suo padre:

- Malgrado tutto, papà, sono un po’ sorpreso. Ad un insieme di lunghezza 1, sembrerebbe che si possa togliere una parte i cui pezzi messi uno di seguito all’altro abbiano ancora lunghezza 1. E ciò che resta non è il nulla, ma questo assomiglia come una goccia d’acqua all’insieme da cui siamo partiti, tutto intero. Allora è come se non avessimo tolto nulla? E’ difficile da comprendere.

- Comprenderai quando sarai grande, rispose Paolo con filosofia, ... ... ... ... ...

Storia e immagini sono tratte da

Addomesticare l’infinito A. Deledicq – F. Casiro - Edizioni Kangourou Italia

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venerdì 10 luglio 2009

Il cristallo Omega

Ancora C. Pickover ... !
Il cristallo Omega
" Il dottor Oz indica un affascinante insieme di scatole di grandezze a decrescere. "Dorothy, questo è il cristallo Omega" (la figura è mia. Con GeoGebra!)


Il cristallo Omega
Dorothy si avvicina di qualche passo al cristallo Omega. "Notevole!", afferma mentre esamina la struttura. Le scatole piccole sono così minute che ci vorrebbe un microscopio per vederle. "Se solo avessi una lente d'ingrandimento."
"Non importa. Voglio chiederti altro sulle scatole. I lati decrescono in un'interessante successione." Il dottor Oz tira fuori pezzo di carta con la seguente successione:
$1+ \frac{ 1 }{ \sqrt{ 2 } } + \frac{ 1 }{ \sqrt{ 3 } } + \frac{ 1 }{ \sqrt{ 4 } }+ \frac{ 1 }{ \sqrt{ 5} } + \frac{ 1 }{ \sqrt{ 6} } + ... + \frac{ 1 }{ \sqrt{ n } }+ ... $
E consegna a Dorothy la carta. "Il bordo della prima scatola in alto è lungo un piede. La scatola successiva ha un bordo lungo un piede diviso per la radice quadrata di due, e quella successiva ancora ha un bordo lungo un piede diviso per la radice quadrata di tre, e così via. Questa serie diverge, o diventa sempre più grande, il che significa che il cristallo Omega è una struttura di lunghezza infinita! Se vuoi dipingere le faccette di un cristallo Omega, hai bisogno di una quantità di pittura infinita."
Alcuni dignitari - originari della costellazione di Vergine - in visita sulla Terra si avvicinano al dottor Oz e a Dorothy. L'addome e il torace dei dignitari trasuda un fluido che profuma come rose in una tiepida mattinata primaverile.
Il dottor Oz accenna un inchino e poi continua. "Fatto stupefacente, anche se la lunghezza è infinita, il volume del cristallo Omega è finito! Qual è il volume? Se capace di rispondermi entro due settimane, ti darò come premio il cristallo Omega, oggetto di grande valore. In caso contrario, lo farò a pezzi, il che susciterà una guerra transgalattica di proporzioni inimmaginabili."
Uno dei dignitari geme e quindi evapora.
Dorothy si volta verso il dottor Oz e chiede, "Dici sul serio?"
"Non proprio." Sussurra il dottor Oz. Ma mi piace usare un linguaggio altisonante per impressionare i nostri ospiti. Ma adesso, al lavoro!"

I volumi dei cubi che formano il cristallo Omega sono parte di questa serie:
$1+ \frac{ 1 }{ 2 \sqrt{ 2 } } + \frac{ 1 }{ 3 \sqrt{ 3 } } + \frac{ 1 }{4 \sqrt{4} }+ \frac{ 1 }{ 5 \sqrt{ 5 } } + \frac{ 1 }{ 6 \sqrt{ 6 } } +...+ \frac{ 1 }{ n \sqrt{ n } } +... $
Ad esempio, se usiamo come unità di misura i piedi, la prima scatola avrebbe un volume di un piede cubico e la scatola successiva avrebbe un volume di 0,35 piedi cubici circa. Questa serie converge. Il volume totale del cristallo Omega è dunque finito ma la superficie è infinita! Ovviamente, in realtà un oggetto infinito come questo non può essere costruito perché le scatole alla fine diventerebbero più piccole di un atomo; questo rimane comunque uno splendido esempio di un'ampia classe di oggetti matematici che hanno volumi finiti ma superfici infinite. [...]
... Quelli tra voi veramente bravi in matematica possono notare che la serie converge alla funzione zeta di Riemann, ζ(3/2). "

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