"Quando un matematico vuole intervenire sui problemi curricolari, scrive una poesia, ma lo fa anche magari perché ama la matematica" (G.Lolli - Il riso di Talete)
di
R. P. Boas*
Anni fa, a scuola,
il prof diceva:
"Ogni problema ha la sua regola,
fate solo così".
Ma all'università
mi hanno detto che devo
applicare le conoscenze,
diffidare delle regole.
La New Math voleva
che ogni bimbo ci provasse.
Non importa cosa,
ma dire almeno il perché.
Poi vennero i computer
e gli algoritmi, sì,
non puoi sbagliare,
anche se vuoi.
Un algoritmo? Ma è una regola,
una ricetta,
indietro
si torna a scuola!
Il fatto è che quando penso "de" questi argomenti sono consapevole che il cervello (soggetto)agisce su un oggetto del cervello; mentre se leggo che" ognuno contiene in se galassie di sogni e di fantasmi, slanci inappagati di desideri e di amori, abissi di infelicità, immensità di glaciale indifferenza, conflagrazioni di astri in fiamme,l'infrangersi dell'odio, smarrimenti stupidi, lampi di lucidità e dementi burrasche..." il cervello parla di se stesso e ce lo comunica attraverso la potenza del linguaggio. Bisogna trovare il modo per riportare ad unità le attività del soggetto Cervello. Ho esagerato? Ciao, Giovanna Maria
RispondiEliminaSì :-)
RispondiEliminaah... scordavo..
RispondiEliminaciao Giovanna Maria!
grazie! :-)
che bello il tuo blog. amo la matematica e ammiro gli insegnanti che hanno questa passione. complimenti.
RispondiEliminaCiao papà! :-)
RispondiEliminagrazie! Dunque vienici a trovare. Anno nuovo, lettori nuovi!!!
Ora vado a vedere il tuo blog.
g.