martedì 4 settembre 2007

E ancora ... Pitagora!

E sì ... per rilassarci tra un problema e l'altro. Ve lo avevo detto che su Pitagora non sarebbe finita lì!

"Ecco come si mettevano alla prova i candidati [a frequentare la scuola pitagorica]. Pitagora cominciava col verificare se il postulante [colui che chiedeva di essere ammesso alla scuola] era capace di "tenere la lingua a freno": era questo il termine che usava. Sarebbe riuscito a tenere per sé quello che aveva sentito durante le sedute di insegnamento? In un primo tempo, vedete, il silenzio gli interessava più della parola. La sala dove si tenevano le lezioni era divisa in due da una tenda: Pitagora si trovava da una parte e i postulanti dall'altra, quindi avevano accesso al suo insegnamento solo grazie all'udito. Lo sentivano, ma senza vederlo. E quel periodo di prova durava cinque anni! [...] La tenda era di estrema importanza nella vita della scuola pitagorica. Oltrepassarla significava aver superato con successo le prove d'iniziazione. I membri della scuola erano divisi in due categorie, a seconda del lato della tenda dal quale si trovavano. All'esterno dello spazio in cui si trovava Pitagora, gli essoterici [dal greco exo, di fuori, esterno]... All'interno, e per tutto il resto dei loro giorni, gli esoterici [dal greco eso, dentro, interno]. Loro soltanto potevano sentire e vedere Pitagora.
Persino i testi dei pitagorici obbedivano alla regola del segreto. Redatti in un linguaggio a doppio senso, giocavano su due livelli di interpretazione, uno comprensibile a tutti, l'altro riservato agli iniziati. I pitagorici parlavano di
symbola e di aenigmata, di simboli e di enigmi. La maggior parte delle nozioni si trasmettevano parlando all'orecchio e ciò dava luogo a una seconda separazione. Da un lato si trovavano gli "acusmatici", ai quali si fornivano i risultati, ma non le dimostrazioni per arrivarvi , e dall'altro i "matematici", ai quali si trasmettevano risultati e dimostrazioni insieme".

Da "Il teorema del pappagallo", Denis Guedj

alla prox!:-)

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9 commenti:

  1. Pitagora era allora molto amato dai discepoli, se no non sarebbero rimasti 5 anni dietro una tenda.

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  2. Devo dire che mi ha colpito la bravura e la passione che Pitagora e i suoi discepoli mettevano nella matematica e nelle altre discipline; però devo dire che anche la mia prof anche se non è brava quanto Pitagora
    anche lei ci mette tanta passione e tanta grinta per insegnarci bene la matematica!

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  3. La cosa che mi ha stupito di più è la lezione da dietro la tenda. Io sinceramente non riuscirei a non vedere chi mi sta insegnando qualcosa oppure a stare zitta per cinque anni.

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  4. Mi ha colpito la pazienza degli allievi che stavano per 5 anni al di là della tenda, quindi mettere a freno la lingua, anche se avevano grande tentazione di parlare.

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  5. Pitagora lo vedo come una figura mistica, quasi affascinante, perché mi incuriosisce molto il modo in cui si svolgevano le lezioni. Resistere per 5 anni dietro la tenda fa capire quanto gli allievi tenessero alla scuola.
    Poi se penso che i Pitagorici ogni giorno scoprivano leggi matematiche procedimenti, scorciatoie per i calcoli, rimango allibita. Certo a noi potrebbero sembrare una sciocchezza perché ci arriva già tutto pronto, ma se penso che parliamo di una scuola del VI secolo a.C.....

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  6. Mi ha colpito molto come Pitagora metteva alla prova i suoi alunni lasciandoli per cinque lunghi anni dietro quella tenda. Degli alunni mi ha colpito la pazienza, la passione per il loro maestro e per le materie. Inoltre ho notato che avevano una memoria di ferro perché si ricordavano quello che avevano fatto il giorno prima e non studiavano dai libri ma apprendevano oralmente dal Maestro.

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  7. Mi chiedo come faceva Pitagora,non potendo vedere gli allievi, a conoscerli, a capire se seguivano, se erano distratti ecc. Mi sembra strano perché oggi noi abbiamo bisogno di tutto questo!

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  8. Mi ha colpito il fatto che Pitagora sapeva fare tante cose, cioè il mago, matematico, astronomo... Soprattutto come Pitagora teneva gli allievi dietro la tenda in silenzio per cinque anni. Loro facevano di tutto a costo di imparare, e avevano anche molta pazienza, e quindi avevano molta voglia di fare.

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  9. Io non sarei riuscita a stare zitta un attimo perché avrei voluto partecipare alla lezione. Tutti gli alunni lo seguivano attentamente senza distrarsi, perché gli piaceva il modo di fare la lezione.

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